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mercoledì 12 marzo 2008

MODELLI DI GESTIONE RIFIUTI: IL CONSORZIO PRIULA

Per non far vedere che solo le altre nazioni sono da prendere a modello, vediamo come viene gestita la raccolta dei rifiuti in Italia. Parleremo di un esempio da seguire, sia di buona amministrazione che imprenditoriale: il consorzio Priula. I 23 comuni dela provincia di Treviso si sono consorziati nel Consorzio Intercomunale Priula per gestire l’intero ciclo dei rifiuti urbani. Il territorio servito è di 595,54 kmq, per un totale di quasi 100.000 utenze e 220.000 abitanti. Un numero abbastanza impressionante, vedendo come è ben gestito il servizio. Come sempre, vediamo di individuare alcuni elementi che hanno contraddistinto il progetto e possono essere presi a modello:

1. Innanzitutto è stato bonificato ed ampliato nel comune di Paese, località Santa Lucia, un impianto di discarica preesistente. La discarica di Paese è il risultato della bonifica ambientale di un sito pre-esistente necessaria in quanto i rifiuti scaricati negli ultimi decenni, c.a. 160.000 mc, avevano generato un rilevante inquinamento dell'importante falda sottostante. Al termine dei lavori di realizzazione e bonifica l'impianto di Paese ha acquisito la capacità di circa 550.000 mc.
2. E’ stato costruito, in località Lovadina di Spresiano, un impianto (in un'area di circa 115.000 mq) per il trattamento del rifiuto secco non riciclabile e la stazione di travaso per l'umido e il verde. Presso l'impianto di trattamento arriva il rifiuto secco non riciclabile di tutta la provincia di Treviso per un totale di circa 84.000 tonnellate all'anno. Il rifiuto che entra viene triturato, deferizzato e vagliato e sii produce così il combustibile da rifiuto, mentre l’umido e vegetale raccolti nei comuni del Consorzio Priula, una volta arrivati vengono trasportati presso impianti di compostaggio. In sintesi, i rifiuti non riciclabili vengono trasformati in CDR memtre quelli riciclabili sono indirizzati verso la produzione di compost.
3. Il consorzio ha realizzato 22 Centri di raccolta differenziata. Tutte le utenze dei Comuni consorziati possono accedere indistintamente ad ogni Ce.R.D. e conferire le tipologie di rifiuto che non vengono raccolte con il normale circuito di raccolta. In ogni Ce.R.D. è presente personale addetto alla guardiania, specificamente preparato per il controllo dei conferimenti nel rispetto nelle norme previste dal Regolamento Consortile.
4. La raccolta dei rifiuti avviene con un “porta a porta” usando bidoncini di vario colore in funzione del tipo di rifiuto. Il consorzio fornisce ai cittadini di ogni sincolo comune, anche via internet, un “ecocalendario” in cui sono indicati i giorni di raccolta con il tipo di rifiuto che si andrà a raccogliere porta a porta. Sono presenti nei comuni degli “ecosportelli” dove poter ritirare i vari sacchetti.
5. Il pagamento dele tasse avviene solo sul secco non riciclabile. L'operatore che effettua la raccolta, all'atto dell'operazione di svuotamento, registra il segnale trasmesso dal dispositivo elettromagnetico chiamato "transponder", installato in ogni contenitore verde. il segnale contiene un codice associato alla famiglia, al condominio o all'azienda a cui appartiene il contenitore.
6. Il consorzio fa business ( e quindi crea lavoro) anche fornendo dei servizi integrativi. I servizi integrativi vanno dalla raccolta e recupero o smaltimento di rifiuti di origine agricola alla raccolta e recupero o smaltimento di rifiuti a rischio infettivo provenienti da attività sanitarie, pubbliche e private, non classificabili come rifiuti urbani. Si occupano anche di derattizzazione, amianto e così via.

Ritengo che quello del consorzio Priula sia un modello da seguire e da esportare in tutt’Italia, e non solo. E’ la dimostrazione che è possibile coniugare rispetto dell’ambiente e creazione di un’industria dei servizi ambientali che da posti di lavoro e utilizza tecnologie avanzate (si pensi al transponder per il secco non riciclabile..)

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